A due settimane dall’inizio dei giochi olimpici di Sochi –
inizieranno il prossimo 7 febbraio – non si placano le polemiche sulla
manifestazione sportiva. Ancora allarmi terrorismo. Infatti, recentemente è
stata recapitata una mail di minacce al Coni, ai Comitati Olimpici Nazionali di
Slovenia, Ungheria e Italia. Quest’ultima, all’arrivo di questa mail, si è
espressa serena e fiduciosa verso le misure di sicurezza che sono state
garantite dagli organizzatori, affermando che “Sochi oggi è la città più sicura
in Russia" ammettendo però che "ci potrà essere qualcuno che cercherà
di mettere in pericolo i Giochi".
Il Cremlino ha provveduto a creare un vero e proprio cordone
sanitario intorno all’area dei Giochi, in cui non si potrà né entrare e né uscire
dalla città senza un accurato controllo degli uomini della sicurezza. Sono,
infatti, 30mila le forze dell’ordine messe in campo da Putin, oltre a quasi
2mila uomini delle Protezione Civile. Per di più a monitorare lo spazio aereo
ci saranno i satelliti, i droni e gli elicotteri militari, mentre la marina
sarà occupata a presiedere le acque antistanti Sochi.
Perché questi attentati?
I più arrabbiati per l’ipocrisia dei Giochi olimpici di
Sochi sono i discendenti dei circassi, una popolazione caucasica massacrata dai
russi a fine Ottocento. "Non riesco a credere che gli organizzatori
abbiano chiamato a Sochi i cosacchi, che sono il simbolo del genocidio del mio
popolo, la milizia della morte che ci ha costretti all’esilio" ha detto a
Panorama Zack Barsik, che con altri circassi ha fondato il comitato NoSochi
2014 (http://www.nosochi2014.com/index.php).
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