24 gen 2014

Giochi Sochi 2014: le Olimpiadi degli attentati


A due settimane dall’inizio dei giochi olimpici di Sochi – inizieranno il prossimo 7 febbraio – non si placano le polemiche sulla manifestazione sportiva. Ancora allarmi terrorismo. Infatti, recentemente è stata recapitata una mail di minacce al Coni, ai Comitati Olimpici Nazionali di Slovenia, Ungheria e Italia. Quest’ultima, all’arrivo di questa mail, si è espressa serena e fiduciosa verso le misure di sicurezza che sono state garantite dagli organizzatori, affermando che “Sochi oggi è la città più sicura in Russia" ammettendo però che "ci potrà essere qualcuno che cercherà di mettere in pericolo i Giochi".


Il Cremlino ha provveduto a creare un vero e proprio cordone sanitario intorno all’area dei Giochi, in cui non si potrà né entrare e né uscire dalla città senza un accurato controllo degli uomini della sicurezza. Sono, infatti, 30mila le forze dell’ordine messe in campo da Putin, oltre a quasi 2mila uomini delle Protezione Civile. Per di più a monitorare lo spazio aereo ci saranno i satelliti, i droni e gli elicotteri militari, mentre la marina sarà occupata a presiedere le acque antistanti Sochi.

Perché questi attentati?
I più arrabbiati per l’ipocrisia dei Giochi olimpici di Sochi sono i discendenti dei circassi, una popolazione caucasica massacrata dai russi a fine Ottocento. "Non riesco a credere che gli organizzatori abbiano chiamato a Sochi i cosacchi, che sono il simbolo del genocidio del mio popolo, la milizia della morte che ci ha costretti all’esilio" ha detto a Panorama Zack Barsik, che con altri circassi ha fondato il comitato NoSochi 2014 (http://www.nosochi2014.com/index.php).

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