10 gen 2014

"Inchiostro, non visone!", la nuova campagna della Peta contro le pellicce

Circa 70 milioni di animali vengono allevati nel mondo per le loro pellicce. Visoni, lontre, castori, ermellini, volpi, zibellini e scoiattoli, ma anche agnellini, cani, gatti. Nessuno animale può reputarsi fuori pericolo dalle grinfie dell’uomo per l’innalzamento di una moda fatta di poveri animali innocenti.
L’Olanda, terzo paese al mondo per la produzione di pellicce di visone ha già detto basta, così come l’Austria, la Danimarca (solo per le volpi), l’Inghilterra, l’Irlanda del Nord, la Scozia, la Slovenia, la Croazia, la Bosnia. Se in Europa già diversi Paesi stanno vietando l’allevamento di animali per la produzione di pellicce o promuovono forti restrizioni, in Italia gli allevamenti stanno invece aumentando. Purtroppo, negli allevamenti di visoni oggi attivi nel nostro Paese (1 in Abruzzo, 5 in Emilia Romagna, 8 in Lombardia, 5 in Veneto) sono detenuti oltre 200.000 animali. La situazione peggiora nei paesi extracomunitari come la Cina, dove le leggi sugli allevamenti sono molto permissive.

La Peta (People for the Ethical Treatment of Animals) - l’organizzazione no-profit a sostegno dei diritti degli animali - ha recentemente istituito una nuova campagna contro le pellicce. Come protagonista è stata scelta la modella e tatuatrice Wang Ke. La giovane, vestita esclusivamente da tatuaggi, mostra il suo corpo coperto solamente da un cartello con lo slogan riportato sopra “Ink not mink”, cioè “Inchiostro, non visone!”. Lo slogan continua poi con: “sii orgoglioso della tua pelle e non indossare le pellicce”.
"I tatuaggi possono essere dolorosi - ha detto Wang - ma sono niente confrontati alla sofferenza di venire elettrificati e spellati vivi. Sono orgogliosa di prendere posizione per salvare gli animali".

Vuoi avere maggiori informazioni per quanto riguarda il mondo delle pellicce? Vuoi fare qualcosa per far chiudere tutti gli allevamenti italiani impiegati per la produzione di pellicce? Visita il sito http://www.nonlosapevo.com/ , o firma la petizione per aprire definitivamente le gabbie di questi allevamenti  e dare la libertà alle vittime della nostra moda: http://www.lav.it/petizioni/apriamo-le-gabbie-chiudiamo-gli-allevamenti-per-pellicce

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